La Cina ha lanciato un missile balistico intercontinentale (Icbm) nell’Oceano Pacifico. Il test, eseguito con successo, è stato effettuato alle 8:44 ore locale (le 2:44 italiane) di oggi nell’isola meridionale di Hainan. Secondo quanto comunicato dal ministero della Difesa cinese in una nota, il missile, dotato di una testata fittizia, “è caduto nelle aree marittime previste” e rientra in un “accordo di routine nel nostro piano di addestramento annuale”. L’Icbm testato dalla divisione missilistica dell’esercito cinese è probabilmente un DF-41, con una gittata di circa 12.000 km, in grado di trasportare fino a 10 testate nucleari.
Il lancio potrebbe sollevare timori a livello internazionale sull’accumulo di armi, soprattutto di tipo nucleare, da parte della Cina. Il ministero della Difesa cinese ha precisato nella nota che l’operazione “non è diretta contro nessun paese od obiettivo, in linea con il diritto e la prassi internazionale”.
Secondo gli esperti questa sarebbe la prima volta dal 1980 che la Cina comunica ufficialmente di aver lanciato un missile balistico intercontinentale in acque internazionali: solitamente Pechino effettua questo tipo di collaudo nelle province interne. I media statali cinesi hanno dichiarato che la Repubblica popolare ha “informato in anticipo i paesi interessati” della possibile caduta di rottami nel Mar cinese meridionale e nel Pacifico a nord dell’isola filippina di Luzon nonché nel Pacifico meridionale.
Tuttavia, il lancio ha suscitato preoccupazione tra i vicini della regione. Le forze armate di Taiwan “seguono da vicino” i movimenti dell’esercito cinese dopo il primo lancio pubblico del missile balistico intercontinentale nelle acque del Pacifico.
Dicendosi “seriamente preoccupato per il Giappone e la comunità internazionale”, il capo di gabinetto del governo nipponico Yoshimasa Hayashi ha aggiunto che Pechino “non ha dato notifiche preventive” dei suoi piani, a dispetto di quanto riferito dall’agenzia statale cinese Xinhua. L’Australia ha chiesto alla Cina “spiegazioni” sul lancio, aggiungendo di essere “preoccupata per qualsiasi azione destabilizzante e che aumenta il rischio di errori di calcolo nella regione”. Anche la Nuova Zelanda ha promesso di consultarsi ulteriormente con gli alleati del Pacifico man mano che i dettagli sul lancio diventeranno chiari. Invece, in sostegno all’azione dell’esercito cinese è arrivata la Russia, secondo cui è un “diritto sovrano della Cina” testare i suoi missili.
Negli ultimi anni Pechino ha intensificato lo sviluppo nucleare e la spesa per la difesa, tanto che lo scorso ottobre il Pentagono ha avvertito che la Cina stava sviluppando il suo arsenale più rapidamente di quanto gli Stati Uniti avessero previsto. Secondo il Pentagono, la Cina aveva più di 500 testate nucleari operative a maggio 2023 e probabilmente ne avrà più di 1.000 entro il 2030. L’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma ha indicato che la Cina possiede il terzo più grande stock di testate nucleari al mondo, dopo Russia e Stati Uniti. Pechino ha annunciato quest’anno un aumento del 7,2% del suo budget per la difesa, il secondo al mondo.