A quasi un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, oggi (lunedì 23 settembre) si tiene la prima udienza del processo a Filippo Turetta, in Corte d’assise, all’interno della cittadella della giustizia di piazzale Roma, a Venezia. Il 22enne non sarà presente in aula, come reso noto dal suo legale alcuni giorni fa: una scelta coerente con la linea difensiva scelta, per non spettacolarizzare la vicenda. I legali dell’imputato, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, hanno confermato che non chiederanno la perizia psichiatrica per il loro assistito, a meno di intenzioni diverse che emergano nel corso del processo, evitando così eventuali discussioni sulla capacità di intendere e di volere del ragazzo. La Corte, tuttavia, ha la facoltà di chiederla anche d’ufficio.
Giulia Cecchettin: il processo a Filippo Turetta comincia oggi
I legali hanno inoltre chiesto che per la difesa del loro cliente venga ascoltato il solo medico legale di parte. Tra i testimoni dell’accusa, invece, ci saranno il padre e la sorella di Giulia Cecchettin. Ma anche alcune amiche della ragazza il cui cadavere fu rinvenuto lo scorso 18 novembre in una scarpata tra Piancavallo e Barcis, pochi giorni prima che il suo ex fidanzato fosse fermato mentre provava a fuggire in auto in Germania.
L’udienza sarà a numero chiuso: il presidente della Corte d’assise di Venezia, Stefano Manduzio, ha stabilito che metà dei posti disponibili per il pubblico (venti) sarà riservata ai cittadini, la restante metà ai giornalisti. Altri diciotto posti a sedere saranno a disposizione delle parti processuali.
Davanti al collegio giudicante, l’ex studente universitario dovrà rispondere ad accuse – formulate dal pm Andrea Petroni – che in caso di condanna valgono l’ergastolo: omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, oltre che stalking e occultamento di cadavere. Per questi capi di imputazione non è previsto il ricorso al rito abbreviato. Da qui il processo in aula, in cui sarà ripercorsa una vicenda tragica che, durante la fuga di otto giorni di Filippo, conclusasi in Germania, ha tenuto con il fiato sospeso l’Italia.
Cosa è emerso finora dall’inchiesta
Dagli atti dell’inchiesta è emerso che Turetta aveva “l’ossessiva pretesa” di laurearsi insieme a Giulia Cecchettin. “Mettiti in testa che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi”, scriveva in un messaggio WhatsApp del febbraio 2023 recuperato dal cloud della giovane. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Filippo non si era rassegnato alla fine della relazione con Giulia, e agiva “come se fosse sicuro di riconquistarla”. L’altro aspetto di cui molto si è discusso durante i mesi dell’indagine è l’aggravante della premeditazione. Sabato 10 novembre 2023, la sera del delitto, Turetta aveva portato nella macchina con cui si era recato a casa di Giulia due zainetti: uno con alcuni regali per la ragazza, l’altro con un “kit completo” per l’omicidio, due coltelli, nastro adesivo, sacchi neri dell’immondizia, oltre a una lista di cose da rispettare scrupolosamente (fare il pieno di metano/benzina, bloccare la portiera della Fiat Punto, le istruzioni per legare le caviglie alla ragazza).
Turetta ha confessato il delitto dopo l’arresto. Secondo il legale Caruso, c’è “un percorso di maturazione personale del gravissimo delitto commesso”, e al contempo la “volontà che la giustizia faccia il proprio corso nei tempi più rapidi possibili e nell’interesse di tutti”.