Fabrizio Gatti
Direttore editoriale per gli approfondimenti
07 ottobre 2024 17:45
La polizia locale non sa se uno dei parcheggi più redditizi, in una delle città più ricche d’Italia, sia pubblico, privato o vietato. Il Comune di Milano in questo modo ha perso chissà da quanto tempo oltre 25mila euro al mese, 300 mila l’anno tra calcio e concerti, finiti nelle tasche del racket dei parcheggiatori abusivi. Quando a fine settembre la Procura, dopo ben due omicidi tra i capi della curva, ha deciso di arrestare i vertici ultras di Inter e Milan, il risultato non si è visto subito.
Vale il parchimetro o il divieto di sosta? La polizia locale non lo sa
Gli abusivi hanno continuato a taglieggiare i tifosi arrivati da tutta Italia, controllando il principale posteggio ai piedi dello stadio di San Siro. E la metà dei tanti venditori di gadget, secondo un nostro sondaggio sul posto, era ancora affetta da amnesia fiscale al momento di battere lo scontrino. Poi però, la sera di Inter-Stella Rossa il primo ottobre 2024, le telecamere di Striscia la notizia – accompagnate da Today.it – hanno sorpreso e filmato le stesse facce al lavoro: 30 euro a partita, dove il parcheggio pubblico costerebbe soltanto 1.20 euro l’ora. Ed è successo il miracolo (i video in fondo a questo articolo).
Siamo infatti ritornati sabato 5 ottobre, il pomeriggio e la sera prima di Inter-Torino: per la prima volta – “Dopo anni”, ammettono i frequentatori incalliti – i tifosi hanno potuto esporre l’economico ticket del parchimetro comunale. Al posto del tagliando farlocco degli abusivi: il nuovo servizio di Striscia la notizia in collaborazione con Today.it lo potete vedere in fondo a questo articolo. Moreno Morello, l’inviato di Striscia, aveva previsto che sarebbe andata così. Io, un po’ più pessimista, immaginavo che avremmo assistito agli stessi traffici. Ha vinto Striscia la notizia: cioè dove non sono riusciti gli arresti, lo scandalo di cui si parla da giorni e decine di agenti mobilitati a ogni evento, ce l’hanno fatta le telecamere di una delle trasmissioni più inossidabili della tv italiana.
Il cartello del dilemma che divide Milano: è buono oppure no?
Se ancora oggi, nonostante la nuova fermata San Siro della metropolitana Lilla, centinaia di tifosi vogliono arrivare in auto fin sotto lo stadio, il costo dovrebbe essere ben più salato. Purché l’incasso vada al Comune, cioè ai cittadini. Non a un manipolo di furbacchioni del racket. Eppure dietro al miracolo televisivo, c’è un retroscena incredibile. Questo: ben sei agenti della polizia locale, tra i quali il graduato in servizio intorno al parcheggio, non sanno se, una volta cacciati i parcheggiatori abusivi, adesso vanno multati gli automobilisti.
Non sarebbe colpa loro ma – sostiene uno degli agenti – dell’Atm, l’azienda del trasporto pubblico, che non ha aggiornato i cartelli (foto sopra). Sotto il costo orario del parcheggio, appare infatti il simbolo del divieto di sosta: poiché l’area, nei giorni di partita e di concerto, sarebbe destinata ai dipendenti delle forze di polizia. Proviamo a chiederlo al graduato: è buono il parchimetro o vale il divieto di sosta? Lui risponde sincero: “Stiamo cercando col Comune di capire questa cosa. Quello delle forze dell’ordine, il nostro [parcheggio] che usiamo noi, è di là. Qua adesso stiamo giusto andando a controllare”. Aspettiamo inutilmente. Ci faranno sapere.
Multa da 742 euro agli abusivi che controllavano il parcheggio
Poiché non siamo nella periferica via della Trebisonda, ma proprio davanti al tempo del calcio di San Siro, è mai possibile che il Comune non conosca ciò che è suo? “Questo parcheggio era dato in concessione. La concessione è scaduta anni fa e adesso non si sa bene di chi sia. I cartelli sono vecchi”, sostiene un altro agente in borghese della polizia locale. È lo stesso che, la sera di Inter-Stella Rossa, ha fermato i due parcheggiatori abusivi davanti alle telecamere di Striscia. Il Bigliettaio e il Cassiere, questi i soprannomi che avevamo dato nella nostra inchiesta, sono stati sanzionati con 742 euro di multa e un ordine di allontanamento di 48 ore (nella foto sotto, il momento del fermo). “Se non pagano – aggiunge l’agente in borghese – arriva la denuncia penale. E rischiano anche l’allontanamento per il decreto sicurezza”.
Un parcheggio pubblico non è certo il cuore economico di una grande città. Ma può essere il suo biglietto da visita. Esattamente come questo di San Siro. E chissà quanti sono in Italia i parcheggi di stadi, scuole, università, ospedali, ambulatori, centri medici occupati da parcheggiatori abusivi. Oppure aperti al pubblico con prezzi legali da strozzinaggio. Luoghi dove i cittadini vengono puntualmente taglieggiati, nel silenzio delle autorità. Se ne conoscete qualcuno, segnalateli ([email protected]).
Il nuovo video dell’inchiesta esclusiva di Striscia la notizia e Today.it
Comunque in questi giorni da infiltrati sul campo, non ho assistito soltanto alla storia del parcheggio più incredibile d’Italia. Ho visto anche come si lascia morire un monumento sportivo: lo stadio Giuseppe Meazza di San Siro. Forse soltanto perché qualche cordata di speculatori dell’edilizia vorrebbe demolirlo, o sostituirlo con due stadi. Uno milanista. E uno interista. Il traffico paralizzato, con l’immancabile scorta di polizia locale e nazionale: sirene e lampeggianti a ogni partita, per lasciar passare i pullman di giocatori e allenatori davanti a tutti. Ora le infiltrazioni mafiose della ‘ndrangheta nelle curve. Di cui tutti qui sapevano e nessuno parlava.
Ma lo stadio di San Siro prende a schiaffi perfino chi fa ore di viaggio e paga per sedersi sulle sue gradinate. Lo scoprono le migliaia di tifosi che sbarcano nel grande parcheggio riservato ai pullman dei club. Nell’immancabile momento del bisogno, si accodano agli unici tre bagni chimici. Soltanto tre per migliaia di persone. Due mini cabine. E un box per disabili. Senza acqua. Né uno sciacquone, o un rubinetto per lavarsi le mani. Un’esperienza olfattiva indimenticabile.
Un infiltrato negli affari degli ultras – di Fabrizio Gatti
L’alternativa, per saltare la coda, in fondo agli ettolitri di birra venduti dai baretti degli ultras, sono i muri e le recinzioni dei caseggiati del quartiere. Un’alluvione indegna per qualsiasi persona e qualsiasi città. Ecco, dopo aver sperimentato cosa succede ad affidare i malaffari alle curve, Stato, Comune, Milan e Inter (le ricche società sportive che pagano i giocatori decine di milioni) dovrebbero riportare al più presto l’indotto del calcio nel campo del diritto. E magari dedicare lo stadio al simbolo di Striscia. Sarebbe forse troppo candidarlo sindaco. Ma almeno lo si nomini santo per un giorno: così da poter giocare il prossimo derby, domenica 2 febbraio 2025, nello stadio di San Gabibbo.
La polizia locale: “Stiamo cercando di capire questa cosa”
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